Necropoli del Ferrone
La necropoli etrusca della riserva del Ferrone è collocata su una castellina tufacea delimitata dal fosso Lenta, uno degli affluenti principali del fiume Mignone, e da due suoi affluenti in una zona dove numerose erano le vie di collegamento tra la costa e l’entroterra.
I primi scavi ufficiali si compiono tra gli anni ’50 e ’60 con il recupero di numerosi corredi tombali che in parte erano già stati saccheggiati dai clandestini. Le diverse fasi delle ricerche avviate nella zona hanno portato alla luce uno dei siti più interessanti dei Monti della Tolfa.
Oltre alla presenza etrusca, sul pianoro sono stati infatti ritrovati frammenti ceramici dell’età del Bronzo, resti di una villa rustica romana di età imperiale e ruderi di un castro medioevale fortificato (XIII – XIV sec.) che confermano la posizione strategica dell’area durante le varie fasi storiche.
Allo stato attuale delle ricerche il periodo etrusco è il più studiato e documentato. Fino ad oggi sono circa 40 le tombe individuate anche se non è chiaro a quale centro abitato facesse riferimento la necropoli (probabilmente l’abitato della Piana di Stigliano). Attraverso le diverse fasi di indagini è stato possibile ricostruire lo sviluppo storico della necropoli che risulta essere stata utilizzata dalla metà del VII sec. a.C. agli inizi del V sec. a.C. (dato peraltro comune ad altre necropoli della zona).
I ritrovamenti, le tipologie tombali, l’organizzazione stessa della necropoli attorno ad una “Tagliata” (strada cimiteriale), rimandano direttamente all’antica Cerveteri, prova dell’influenza politica, economica e culturale su questo territorio da parte dell’etrusca Caere.
Numerosi sono i sepolcri ricoperti da tumuli di grandi dimensioni, specialmente quelli più antichi. Sinora è stata ritrovata una sola tomba semi costruita, anch’essa del VII sec. a.C., mentre la tipologia più comune del Ferrone è quella con sepolture ipogee ad una o due camere con letti e banchina laterali. Di particolare interesse sono la Tomba dei Troni e le tombe denominate F28 e F15: queste ultime sono l’unico esempio di tombe a dado dei Monti della Tolfa che si rifà direttamente a tipologie presenti a Cerveteri. Le tombe direttamente scavate nella roccia, originariamente erano monumentalizzate da mura formate da blocchi squadrati di tufo. La datazione (approssimativa per mancanza di reperti ceramici) è intorno alla seconda metà del VI sec. a.C..
La Tomba dei Troni è così chiamata per la presenza di due troni in tufo all’interno della grande camera d’ingresso su cui si affacciano altre tre camere, ognuna con sepoltura doppia.
Nel 1995, durante una campagna di scavo, è stata rinvenuta una tomba intatta (F19 – VI sec. a.C.) con i sigilli ancora in loco. Oltre alle numerose ceramiche di corredo, sono state ritrovate le ossa dei defunti ancora appoggiate sui letti. Forse la tomba potrebbe essere stata violata in epoche più lontane, senza peraltro causare particolari danneggiamenti.
I corredi ritrovati presso la necropoli del Ferrone, esposti nel museo civico di Tolfa denotano ricchezza e gusto. Numerosi gli oggetti d’importazione (soprattutto greca) con rimarchevoli presenze di produzioni etrusche tra cui l’Anfora del Pittore di Micali, l’Anfora del Gruppo della Tolfa ed un cratere in bucchero con iscrizione preitalica.