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Il forte Michelangelo

Civitavecchia-Forte-Michelangelo

Il forte Michelangelo di Civitavecchia, chiamato dal nome del suo ultimo presunto progettista, venne costruito sul porto, esattamente sul luogo di costruzioni romane risalenti all’età traianea a sua volta già sede di una fortificazione medievale. Il porto di Civitavecchia, creato già nel 110 d.c. fu attivo fino al VI secolo e poi anche dopo, fino alla metà del IX secolo quando venne devastato dai saraceni. Ricostruito e rifondato il nuovo borgo con il nome di Centumcellae poi cambiato in Civitas Vetula, fu di proprietà per due secoli dei potenti prefetti Di Vico. Nel 1431, con il passaggio allo Stato della Chiesa vennero eseguiti una serie di importanti lavori sul porto con nuove darsene e soprattutto nuove fortificazioni, culminate con la costruzione iniziata nel 1508 di un forte.

Il progetto, fortemente voluto da papa Giulio II della Rovere fu affidato a Donato Bramante, suo architetto di fiducia. Alla morte del Bramante avvenuta nel 1514 i lavori passarono a Antonio da Sangallo il Giovane, esperto in fortificazioni, che, variando il progetto originario, stabilì di ampliare le fortificazioni intorno al forte. Nel 1535 papa Paolo III Farnese affidò parte del progetto a Michelangelo ma in realtà gli ultimi lavori quali l’ampliamento della Torre Maestra, vennero eseguiti dal fiorentino Domenico Zanobio tra il 1538 e il 1539. Il forte ed il porto videro importantissimi avvenimenti bellici di rilievo storico, quali l’assedio del 1527 della flotta spagnola, l’assalto del 1544 del pirata Barbarossa, l’occupazione francese del 1799, la presa nel 1849 da parte dei patrioti della Repubblica Romana e lo sbarco il 16 Settembre 1870 delle truppe Italiane comandate da Nino Bixio in marcia verso Roma. Rimase di proprietà dello Stato della Chiesa fino al 1870. Durante la Seconda Guerra Mondiale il forte venne pesantemente bombardato e il grande torrione ottagonale venne gravemente danneggiato. Il forte, come si è detto frutto di un progetto portato avanti dai tre più importanti architetti del Rinascimento, ha imponenti dimensioni, con una pianta rettangolare di 100 x 120 metri e quattro enormi torrioni angolari di 21 metri di diametro, mastio ottagonale di 12 metri di lato per un’altezza di oltre 23. Le facciate dei quattro lati, rinserrate dai quattro torrioni circolari angolari e una rotta dalla presenza dell’enorme mastio ottagonale, risultano imponenti anche nell’aspetto architettonico, completamente foderato da lastre di travertino che, oltre a garantire una certa solidità, conferisce un’omogenea eleganza rinascimentale.

Il prospetto è articolato in una base a scarpa, raccordata alla parte superiore da un doppio cordolo. La parte superiore presenta in tutto il suo perimetro grandi e poderosi merloni con bocche centrali e laterali, capaci di coprire il tiro delle artiglierie a 360° e garantendo così una difesa completa. L’ingresso attuale avviene al lato del mastio ottagonale, nel versante nord-est. Il grande mastio con la sua altezza svetta sul resto della struttura, sopra il quale campeggia l’enorme stemma papale di Paolo III Farnese, in travertino.

Al suo interno prende posto un grandioso cortile rettangolare ad arcate su pilastri con lesene, dove recenti scavi archeologici, hanno messo in luce importanti testimonianze archeologiche. Sia i quattro torrioni angolari che il mastio e le mura presentano interessanti percorsi atti al collegamento delle postazioni da tiro – troniere – , all’interno di decine e decine di casematte. Particolare sono alcune lettere incise sui blocchi di travertino del forte che indicavano il gruppo di scalpellini che vi doveva lavorare.

 

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