Abbazia di Piantangeli
I resti dell’abbazia si trovano sulle pendici del Monte Piantangeli; di essa restano ancora visibili strutture murarie che lasciano ben comprendere la pianta dell’antico edificio. Non restano tracce murarie invece dell’abitato, di cui però si può identificare la posizione, grazie all’affioramento di reperti ceramici. L’abitato sorgeva, sempre sullo stesso monte ma a Sud Ovest rispetto alla chiesa.
Mentre la chiesa è stata sottoposta ad indagine di scavo nel 1974 da parte della Soprintendenza, l’abitato è noto soltanto da indagini di superficie. Alla fine del Trecento sarà in mano ai signori di Tolfavecchia. Nello stesso periodo S. Arcangelo risulta negli elenchi dei registri delle decime (1274 – 1280; 1295 – 1298). l materiali recuperati nell’abitato appartengono ad un arco di tempo compreso tra i secoli VIII/IX – prima metà XIV.
La chiesa è a tre navate absidate, di cui quella centrale è due volte più grande di quelle late- rali. Le navate sono suddivise in tre campate scandite da quattro semicolonne sulle pareti corte e da quattro colonne centrali. All’esterno, sulla parete destra, in prossimità dell’angolo di fondo, sono i resti ben evidenti del campanile.
La struttura sembra attribuibile al XII secolo, tuttavia è plausibile ritenere che sia sorta su un impianto precedente ad aula unica. Di particolare rilievo sono i capitelli, conservati nel cortile dell’edificio municipale di Tolfa. Le fonti scritte testimoniano l’esistenza del monastero nel 976, anno in cui l’abate di Sant’Arcangelo compra alcuni casali e terreni. È testimoniata anche la presenza di un castello con centro abitato, infatti questo risulta essere sottomesso al comune di Viterbo nel 1061.
Di particolare interesse sono i frammenti di “testi”, ovvero recipienti a forma di teglie, largamente attestati
È verosimile ritenere che, in coincidenza con la mancanza di dati archeologici in periodi successivi, l’insediamento venisse abbandonato.