Ponte Cestio
Ponte Cestio collega l’Isola Tiberina alla sponda destra del Tevere, dove cioè si estende il rione Trastevere. Il ponte, costruito nel 46 a.C. da Lucio Cestio, uomo politico cesariano, aveva, in origine, un’arcata centrale a sesto ribassato e due arcate minori laterali, poggianti su piloni di tufo e peperino rivestiti di travertino. Fu ricostruito interamente a tre arcate, intorno al 370 d.C., dagli imperatori Valente, Valentiniano e Graziano, come mostra l’iscrizione reinserita nella spalletta destra del ponte, utilizzando il travertino del vicino Teatro di Marcello in rovina.
Si è pensato che il nome medioevale dell’Isola Tiberina, Lycaonia, fosse dovuto alla presenza su questo ponte di una statua rappresentante quella regione dell’Asia Minore, che divenne provincia proprio in quegli stessi anni, nel 373 d.C. Nel Quattrocento fu denominato anche ponte S.Bartolomeo, dalla omonima chiesa che sorge sull’Isola Tiberina, mentre nel Seicento fu detto anche ponte Ferrato, dalla gran quantità di catene di ferro dei molini presenti nel fiume.
Durante la costruzione dei muraglioni si rese necessario aumentare la distanza tra l’isola e la riva con la conseguente demolizione dell’antica arcata principale, il cui materiale fu tuttavia riutilizzato nella ristrutturazione del ponte. Un nuovo intervento si rese necessario nel 1902 con la costruzione di particolari banchine atte a frenare l’impeto della corrente del fiume, in questo tratto particolarmente forte. L’ultimo intervento del 1999 provvide a restaurare tutta la superficie in travertino. Il ponte misura 54 metri in lunghezza, 8 in larghezza ed ha tre arcate in muratura.