Basilica di Santa Sabina
La basilica Santa Sabina all’Aventino è un luogo di culto cattolico del centro storico di Roma, situato sul colle Aventino, nel territorio del Rione XII Ripa.
Costruita nel V secolo sulla tomba di Santa Sabina, oltre che una delle chiese paleocristiane meglio conservate in assoluto, sebbene pesantemente restaurata, è sede della curia generalizia dell’Ordine dei Frati Predicatori. È una delle basiliche minori di Roma e su di essa insiste l’omonimo titolo cardinalizio.
La chiesa non ha facciata: essa è inglobata nell’atrio che ricalca la pianta dell’antico nartece, uno dei quattro bracci dell’antico quadriportico, attualmente all’interno del monastero domenicano. Si accede alla chiesa anche attraverso un portale, preceduto da un piccolo portico con tre arcate, situato sul lato destro.
Tipiche dell’architettura paleocristiana, oltre alle pareti esternamente lisce (prive di contrafforti poiché la copertura era sempre a capriate, quindi una struttura non spingente), era la presenza di grandi finestre aperte nel cleristorio (la parte più alta della navata centrale). Nei secoli successivi, quando si perse la capacità di fare grandi vetrate, le aperture nelle chiese si ridussero infatti drasticamente. Rimangono tracce dell’antico campanile paleocristiano nella base del campanile a vela barocco, posto alla sinistra della facciata della chiesa. Il monastero è caratterizzato da un chiostro quadrangolare con gallerie sui quattro lati che si aprono verso il centro con polifore sorrette da colonnine marmoree.
All’interno la chiesa è chiaramente ad impianto basilicale a tre navate, divise da colonne antiche provenienti da un monumento tardo-imperiale, probabilmente mai messo in opera, e grande abside semicircolare in corrispondenza della navata maggiore. Dei rifacimenti barocchi rimangono soltanto le due cappelle laterali a pianta quadrangolare coperte a cupola, dedicate a san Giacinto (a destra) e a Caterina da Siena (a sinistra). La parte superiore della navata centrale, dotata di un moderno soffitto a cassettoni (1938), era un tempo rivestita da mosaici; oggi, invece, solo gli spazi tra le arcate sono decorati da emblemi in opus sectile. Al centro della navata vi è la sepoltura di fra’ Munoz di Zamorra, realizzata nel 1300 e, a differenza delle altre lastre tombali presenti nella basilica, decorata, in alcune parti, a mosaico.
In prossimità del presbiterio vi è la Schola Cantorum, ricostruita nel 1936 su ispirazione di quella originaria paleocristiana, anche riutilizzando resti degli antichi plutei. L’abside, coronata da un arco trionfale con le immagini di alcuni santi, era anch’essa decorata a mosaico e, nel catino absidale, vi è un affresco del 1560 di Taddeo Zuccari raffigurante Gesù, gli Apostoli e i Santi sepolti nella Basilica. L’altar maggiore, collocato sopra un piano rialzato, è caratterizzato da un paliotto in porfido rosso.