Riserva Macchiatonda
La zona, che si presenta a forma circolare, come si può dedurre dal nome, è uno degli esempi più significativi della flora e fauna della macchia mediterranea ed ultima frangia di un paesaggio che si estendeva lungo tutto il litorale laziale; grazie all’intervento di restauro della Regione Lazio, oggi è possibile visitare, con un sentiero di circa 2 km, i 250 ettari di proprietà comunale tolti all’insediamento urbanistico e alle opere di bonifica iniziate alla fine dell’800.
Il parco naturalistico si presenta come un importante punto di sosta della fauna migratoria e attualmente è anche un luogo di protezione e riproduzione di alcune specie in estinzione.
L’opera di restauro, realizzata in collaborazione con il WWF, ha permesso il ripopolamento di alcune specie animali e vegetali, scomparse dal territorio locale. Grazie alla realizzazione di laghetti artificiali, gli uccelli migratori trovano cibo e ristoro, oche, cigni, anatre, tuffetti, aironi, tarabusi, upupe e tante altre specie abitano, in diversi periodi dell’anno questa struttura, con la quale si è tentato di ricostruire un ambiente ormai completamente estinto: gli stagni costieri in cui prendono vita raganelle, tritoni puntinati e invertebrati di ogni specie.
Agli occhi dei turisti attenti, ma soprattutto silenziosi e pazienti di sostare presso gli osservatori (piccole casette di legno), si apre un paesaggio ricco di emozioni e sorprese che solo la natura può offrirci come quando un uccello spicca il volo o si procura il cibo affondando il becco nell’acqua. Il rinfoltimento della parte boscosa, mediante specie arboree e arbustive, ormai scomparse come il leccio, la farnia, il corbezzolo, il frassino e l’olmo, che con le loro fronde riparano il turista dal sole che picchia durante le calde ore estive, allietato solo dal fresco venticello e dal melodioso canto degli uccelli, fornisce l’habitat naturale di insetti più o meno piccoli, dei quali il più spettacolare è lo scarabeo rinoceronte, che camminano fra i rami o nel sottobosco, i quali, seppur microscopici, sono fonte di vita dei molti quadrupedi, istrici, ricci, donnole etc., che popolano la foresta e chiudono il naturale ciclo biologico.
Quando il sole si avvicina alla linea dell’orizzonte, percorrendo il breve tratto di spiaggia antistante la riserva, il turista, oltre a raccogliere conchiglie e a farsi fotografare su tronchi d’alberi che giacciono sulla riva, può godere dello spettacolare tramonto rosso, ammirando i cormorani che riposano sui due bunker in mezzo al mare, unica testimonianza dell’arretramento della fascia costiera oggi protetta da dune di sabbia ad opera dell’uomo che cerca in ogni modo di difendere questo piccolo paradiso naturale. In questi ultimi tempi l’area è stata completata da un particolare sentiero “sensoriale” dedicato sia a persone che vogliano riscoprire le loro capacità di utilizzare tutti i loro sensi, ma soprattutto dedicato a non vedenti che così possono godere anch’essi di questa interessante e vivace ambiente.